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IL RISCALDAMENTO ELETTRICO  “PORTATILE” GUIDA ALLE STUFE ELETTRICHE 2017-2018

Sommario:

 

DIMENSIONAMENTO
RENDIMENTO..
TIPI di “stufe” elettriche.
La stufa elettrica tradizionale.
Il radiatore svedese.
La stufa elettrica alogena.
La stufa elettrica al quarzo.
La stufa elettrica ad infrarossi
condizionatori portatili  con pompa di calore.
Considerazioni
Conclusioni 7

Il riscaldamento elettrico può non essere l’opzione ottimale  in termini economici, ma vi sono situazioni in cui non si ha scelta o lo si vuole utilizzare per integrare l’impianto esistente.
La scelta oculata della stufa  può portare ad un notevole risparmio sia economico che energetico.


Ossia più risparmi più aiuti l’ambiente.

DIMENSIONAMENTO

Quando si acquista una stufa elettrica, occorre stimare quanto dev’essere potente per riscaldare l'ambiente nel quale ci serve, Ricordatevi che le nostre pareti o infissi non sono dei perfetti isolanti termici, si ha una continua perdita di calore verso l’esterno. La diminuzione è tanto più veloce quanto maggiore è questa differenza di temperatura interno esterno e tanto meno efficiente è il nostro involucro edilizio

Per effettuare il dimensionamento è necessario calcolare il totale dei metri cubi da scaldare, poi bisogna scegliere un coefficiente termico che indichi le calorie necessarie per metro cubo. Il coefficiente varia  fra i 20 kcal/mc e i  40 kcal/mc, (Si sceglie in funzione delle condizioni termiche dell’abitazione e del suo posizionamento geografico, ad esempio si può usare 40 per : vecchia casa, non coibentata, esposta su più lati, in montagna )

Facciamo un  esempio: Per  calcolare il fabbisogno termico di una stanza in appartamento al secondo piano su cinque. Dimensioni : 4 metri per 4,soffitto alto 3 metri  in una città della pianura padana, Isolamento termico medio.

Calcoleremo così il fabbisogno termico:
(superficie x h) x coefficiente termico = Kcal necessarie
(4x4 m x 3 m di altezza) x 25 Kcal/mq = Kcal 1200
Per trasformare questo valore in Kw utilizziamo la seguente formula:
Kcal/862 = kW   quindi 1440 Kcal/h/862 = 1.4 kW

N.B. questa metodologia di calcolo è estremamente semplificata per dimensionare in modo appropriato un impianto vi serve l’intervento di un ingegnere termotecnico o di un certificatore energetico.

Un altro metodo è quello di controllare la scheda tecnica della stufa. Lì, spesso, vengono indicati il numero di metri quadri riscaldabili con quel prodotto. (Nota: anche quel calcolo è estremamente semplificato, come possono calcolare quanto calore vi serve se non sanno dove abitate? Pensate a che differenza fra una casa la mare e una in alta montagna.)

RENDIMENTO

Per scegliere una stufa elettrica occorre considerare, oltre alla spesa d’acquisto, anche i consumi.

A un estremo del campo dei rendimenti abbiamo la  stufa elettrica tradizionale  che converte integralmente l’energia elettrica in calore ossia per immettere 1 kWh termico (calore) necessita di 1 kWh elettrico.(costo circa 17-22 Cent per kW/h).

Nel mezzo abbiamo  le stufe elettriche a basso consumo (Alogene , al quarzo, Infrarossi svedesi ecc).

Al lato opposto abbiamo la pompa di calore che per produrre 1 kWh termico non necessita di 1 kWh elettrico ma molto meno.. Una buona pompa di calore riesce a immettere nell’ambiente da riscaldare anche il 350% dell’energia elettrica che consuma. Quindi per 1kWh termico sarà necessario consumare soltanto circa 0,3 kWh elettrici. (costo di soli 5-8 Cent/kWh) .

La POMPA DI CALORE in pratica permette di acquisire calore dall’ambiente esterno per cederlo, durante il processo di riscaldamento all'ambiente in cui è installato.
Il processo si basa su un fluido refrigerante, che attraversa la valvola di laminazione che divide il liquido tra l'aria a bassa pressione. Questo flusso viene mandato nell’evaporatore che con l'aiuto di un apposito accumulatore comprime il gas innalzandone la sua temperatura. Il vapore caldo a questo punto giunge nel condensatore, liquefacendosi e rilasciando calore pronto a essere immerso nell'ambiente.
L’efficienza energetica ottenibile tipicamente è pari a 3 volte di più rispetto a quella garantita da altri sistemi similari come stufette elettriche.
 

TIPI DI “STUFE” ELETTRICHE



In questo capitolo  analizzeremo le varie tipologie di stufette indicando la percentuale di rendimento ossia quanta elettricità consumano in meno rispetto alla stufetta tradizionale  pur riuscendo a generare la stessa quantità di calore.


Nota ovviamente il risparmio teorico è un valore approssimativo, ogni macchina ha le sue caratteristiche tecniche , verificate accuratamente prima di acquistare.

LA STUFA ELETTRICA TRADIZIONALE

   



Il calore, in questa tipologia di stufette, viene trasmesso all’ambiente per convezione, i conduttori vengono percorsi da corrente, si scaldano e, di conseguenza, aumentano la temperatura dell’ambiente in cui sono posizionati.  hanno il vantaggio di riscaldare in fretta l'ambiente. Inoltre, tendono a riscaldare molto solo le zone più vicine alla fonte di calore e l'aria calda tende a salire in alto, ( COSTO  variabile tra i 15 e 400 €  Consumano in genere tra gli 800 e i 3000 Watt)
 
Il radiatore svedese (stufa elettrica tradizionale a basso consumo)

 

  termoconvettore elettrico a basso consumo, costituito da un’innovativa resistenza ceramica contenuta all’interno di un dissipatore in alluminio all’interno del radiatore stesso. Per effetto camino l’aria calda sale all’interno del radiatore stesso ed esce nell’ambiente esterno aspirando aria fredda dal basso.
A differenza di tutti i prodotti sul mercato, l’elemento riscaldante all’interno ha una superficie di scambio fino a tre volte maggiore e funziona a bassa temperatura (massimo 80°).
( COSTO  variabile tra i 200 e 300 € Consumano in genere tra gli 300 e i 1500 Watt riduzione dei costi di circa il 30-40% rispetto alla stufetta tradizionale)

LA STUFA ELETTRICA ALOGENA


 

Indicate per piccoli ambienti e distanze limitate a causa della loro capacità di riscaldamento non elevata, funzionano grazie al calore emesso da 3 o 4 lampade alogene di 400-450 W di potenza ciascuna (di basso consumo energetico se confrontate con una lampada al quarzo o una resistenza elettrica classica), per una potenza massima assorbita che va da 1200 (3 lampade) a 1800 W (4 lampade da 450 W). Potendo scegliere di accendere solo una lampada da 450-450 W, il consumo di energia elettrica può essere mantenuto più basso rispetto alle stufe elettriche tradizionali, che consumano in genere minimo 1000 W. Inoltre riscaldano sia per irraggiamento che per convezione, garantendo un discreto tepore nelle immediate vicinanze consentendo minori consumi di energia elettrica perché non è più necessario riscaldare tutto il volume d’aria contenuto all’interno della stanza
 (COSTO range variabile tra i 20 e 300 € riduzione dei costi di circa il 40-45% rispetto alla stufetta tradizionale)

LA STUFA ELETTRICA AL QUARZO 

 Le stufe elettriche al quarzo sono dotate di due o tre lampade al quarzo, che scaldano come quelle alogene ma consumano di più. Il consumo medio delle stufe al quarzo è di 800 W, distribuiti su due livelli di calore, ma vi sono anche modelli più potenti, ad es. da 1.500 W, con più livelli di calore selezionabili attraverso pulsanti o manopole. Il riscaldamento avviene soprattutto per irraggiamento, ma anche per convezione, partendo dal basso verso l'alto. Sono adatte per riscaldare volumi fino a 20 mc, cioè per una stanza fino a 6 mq, o come integrazione ad altri sistemi di riscaldamento, magari poste vicino alle gambe. Si noti che le stufe al quarzo non sono dotate di termostato ambiente, per cui continuano a propagare calore indipendentemente dal raggiungimento della temperatura. Alcuni modelli hanno anche una ventola aggiuntiva posta dietro le resistenze al quarzo che spingono l'aria calda verso l'esterno garantendo una migliore distribuzione.
(COSTO range variabile tra i 20 e 300 € riduzione dei costi di circa il 20% rispetto alla stufetta tradizionale)

LA STUFA ELETTRICA AD INFRAROSSI

 

 Le stufe a infrarossi emettono ben il 96% del calore - da confrontarsi con il 50% delle stufe elettriche tradizionali - sotto forma di radiazioni che attraversano l'aria senza smuoverla o riscaldarla, come avviene invece con i termosifoni. Perciò, si sente una piacevole sensazione di calore.
 Il riscaldamento a infrarossi può essere usato per una singola stanza o per l'intera casa. Infatti, i raggi infrarossi non creano problemi alla salute e sono un'ottimo sistema di riscaldamento autonomo.. Di modelli di stufe a infrarossi ne esistono moltissimi: da quelle attaccabili al muro come se fossero dei quadri, e che irradiano così uno o più stanze, alle stufe più grandi e portatili perché hanno le ruote.
In genere con il riscaldamento ad infrarossi si consiglia di utilizzare tra i 50watt e i 100 watt di potenza per metro quadro(nel caso di ambiente ben isolato, il fabbisogno sarà più vicino ai 50 watt. Tipicamente una stufa ad infrarossi avente solo il 40% delle dimensioni di un radiatore a convenzione tradizionale , ossia una stufa a convenzione da 1kw produrrà lo stesso livello di confort di un pannello radiante a infrarossi da 400 w
(COSTO range variabile tra i 20 e 300 € riduzione dei costi di circa il 50% rispetto alla stufetta tradizionale)

 CONDIZIONATORI PORTATILI  CON POMPA DI CALORE

 

 

Sono modelli monoblocco pensati per chi vuole un condizionatore dalle dimensioni piuttosto ridotte e semplici da spostare.
Producono sia aria calda che raffrescano l’ambiente d’estate
Se privo di tubo, il flessibile del condizionatore ha necessità di essere posizionato in prossimità di una finestra semi aperta che può essere facilmente isolata grazie ad appositi paraspifferi per evitare la dispersione termica      

                          .

Il rendimento di qualsiasi impianto di climatizzazione risulta inversamente proporzionale alla differenza di temperatura fra l'ambiente interno ed esterno: in altre parole, maggiore è il salto termico fra la fonte di calore e l'ambiente in cui il calore deve essere trasportato e minore è il rendimento del sistema. Per tale motivo, le pompe di calore che usano sorgenti a temperature relativamente costanti (è il caso delle pompe di calore geotermiche, che sfruttano i circa 10 °C di temperatura del terreno, quasi costanti durante l'anno) sono in genere più efficienti rispetto alle pompe di calore che usano sorgenti di temperatura estremamente variabile, come l'aria (tuttavia temperature esterne inferiori allo zero in Italia si verificano per brevi periodi all'anno, per cui il calo di rendimento è compensato dall'aumento dello stesso nella mezza stagione).


IL COP DELLE POMPE DI CALORE ELETTRICHE    ( rendimento)

Le pompe di calore elettriche hanno un COP i cui valori sono compresi grosso modo fra 3 e 5. Ad es., un COP pari a 3,5 significa che per ogni kWh elettrico consumato dalla macchina per riscaldare ottengo 3,5 kWh termici).

 ( il costo energetico mensile di un condizionatore di classe A si aggira mediamente sui €15 mensili, range prezzo da 400 euro a 1000 euro)
 
 

CONSIDERAZIONI

  • Indipendentemente dal modello scelto, le stufe tendono a essere piuttosto esigenti in termini di richiesta energetica, perciò scegliete un apparecchio “intelligente” che permetta di evitare sprechi. (ad es uno dotato di termostato.)
  •  Qualora si decida di collocarli in bagno o comunque in un ambiente dove potrebbero venire a contatto con l’acqua, è meglio optare per un prodotto realizzato seguendo i dettami dello standard IP, ovvero quello che indica il livello di protezione da schizzi o contatto con i liquidi.
  • Ricordiamo che il bonus elettrodomestici (50%)spetta ai soli contribuenti che acquistano nuovi arredi ed elettrodomestici a seguito di lavori di ristrutturazione edlizia iniziati dal 1° gennaio 2016 in poi, per i quali spetta una detrazione Irpef pari al 50% sugli acquisiti di cucine, forni, frigoriferi, lavastoviglie, ecc. purché efficienti energicamente e di classe superiore alla A+ mentre per i forni basta la classe A e pompe di calore.

In linea generale sono tutti elettrodomestici bianchi, e quindi detraibili, gli apparecchi inclusi nella lista dell’allegato alla direttiva 2002/95/CE sui RAEE, recepita nell’ordinamento italiano con il d.lgs. 151/2005:
– Stufe elettriche
– Piastre riscaldanti elettriche
– Apparecchi elettrici di riscaldamento
– Radiatori elettrici
– Altri grandi elettrodomestici utilizzati per riscaldare stanze, letti e mobili per sedersi
– Ventilatori elettrici
– Apparecchi per il condizionamento
– Altre apparecchiature per la ventilazione, l’estrazione d’aria e il condizionamento

CONCLUSIONI

 
Per scegliere la stufa migliore bisogna:

 
 
Ritornando al nostro esempio (di pag 1) in cui volevamo scaldare una stanza di 16 mq. Avevamo calcolato che ci serviva 1.4 kWh termici (calore) per ora.

Ho fatto una semplice ricerca su internet ( siti di confronto prezzi ) scegliendo modelli economici ma funzionali che avessero una potenza almeno pari a quella calcolata, uno per ogni tipologia  che abbiamo visto prima. I prezzi variano fra 20 e 600 euro.

Ipotizziamo che riscalderemo  6 ore al giorno, per 120 giorni (120 giorni=4 mesi circa)
Quindi  ci serviranno 8568 kW termici (1.4x 6x120=8568 kW anno)

Quindi dobbiamo considerare il costo d’acquisto e quanto ci costerà in corrente elettrica ( per l’esempio ho fissato il costo di un kW di corrente elettrica pari a 0.18 euro)
Per avere una distribuzione più uniforme del calore in alcuni casi ho previsto di comperare 2 stufette ( solo per quelle più piccole ed economiche)


 


 

Se confrontiamo i costi in un anno  ( acquisto della stufa  più la bolletta per la corrente) l’opzione migliore è senz’altro la stufa ad infrarossi.
Costa relativamente poco e hai dei buoni rendimenti ,confrontandola con la stufetta tradizionale, spendendo  45 euro in più ne risparmiamo quasi 800!!
Però se consideriamo il nostro investimento su un periodo di 5 anni l’opzione migliore è senz’altro il condizionatore, Risparmieremmo 5000 euro!!
Quello che sicuramente emerge da quest’analisi è che il riscaldamento elettrico, almeno al momento, non è la metodologia più economica per riscaldarsi a meno di non installare un impianto fotovoltaico .
Ricordati:  più risparmi più aiuti l’ambiente
 

  1. Stimare quanto dev’essere potente  per riscaldare l'ambiente nel quale ci serve.
  2. Quanto spesso la dobbiamo utilizzare
  3. Il costo dell’acquisto e utilizzo

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